Ancora una sfida alla fisica aristotelica? Francesco di Appignano e la co-locazione dei corpi
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DOI:
https://doi.org/10.63277/2385-1341/3676Abstract
Abstract in italiano
Questo contributo esamina la posizione di Francesco di Appignano in merito al questione della colocazione dei corpi, ovvero della possibilità che più corpi occupino simultaneamente il medesimo luogo. Malgrado si tratti di un problema riguardante la filosofia della natura, Francesco esamina questo interrogativo alla distinzione XLVIII, q. 63 del commento al IV libro delle Sentenze. L’insieme della quaestio si presenta come un’analisi serrata di cinque posizioni contemporanee, che Francesco critica prima di formulare la propria soluzione. Questa consiste ad affermare la possibilità soprannaturale (per virtù divina) della colocazione dei corpi a partire dal concetto, di origine scotiana, di incompatibilità o opposizione formale e/o virtuale. Come Duns Scoto, Francesco si impegna a mostrare che in tal caso l’agire divino rimane entro i limiti del possibile in quanto non-contraddittorio.
Abstract in English
This paper examines the position of Francis of Appignano on the question of the colocation of bodies, i.e. the possibility of several bodies simultaneously occupying the same place. Although this problem belongs to the philosophy of nature, Francis examines it in the context of distinction XLVIII, q. 63 of the commentary on the fourth book of the Sentences. The whole of the question offers a close analysis of five contemporary opinions, which Francis criticizes before formulating his own solution. This consists in affirming the supernatural possibility (by divine virtue) of the colocation of bodies starting from the scotist concept of formal and/or virtual incompatibility or opposition. Like Duns Scotus, Francis undertakes to show that in such a case divine action remains within the limits of what is possible because not being contradictory.