Tutela del patrimonio in età barocca. Tra Svezia e Stato Pontificio, il Placat per la protezione delle antichità scandinave. / Heritage protection in the baroque period. Between Sweden and the Papal State, the Placat for the safeguard of Scandinavian antiquities.
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/2614Abstract
Il presente contributo propone una lettura comparata delle vicende che hanno legato la Svezia allo Stato Pontificio in relazione allo sviluppo di un primo sistema di tutela del patrimonio scandinavo durante il 1600. Nell’intento di porre in dialogo la scena politica e propriamente culturale della Svezia con questioni storiche quali la Guerra dei Trent’anni, le tensioni tra cattolici e protestanti, e la necessità di costruire un’identità nazionale per il popolo svedese, viene recuperato un brano riguardante la nascita della tutela del patrimonio in Europa rimasto sostanzialmente escluso dagli interessi della più recente storiografia artistica. Posto in relazione con le esperienze della Roma pontificia, il cosiddetto Placat per la protezione dei beni scandinavi assume un significato specifico: non più editto di tutela “più antico del mondo”, come ritenuto nella tradizione svedese, esso diviene iniziatore di uno dei primi istituti per la catalogazione e la ricerca archeologica in Europa.
This article proposes a comparative interpretation of the events that connected Sweden to the Papal States, in regards to the establishment of an early system of protection of the Scandinavian heritage in 1600s. Aiming to relate the political and cultural scene of Sweden with historical issues – such as the Thirty Years’ War, the conflicts between Catholics and Protestants, and the need to shape a Swedish national identity – the author clarifies substantial questions on a specific aspect of the history of the heritage protection in Europe that have been generally disregarded by recent art history scholarship. Connected to the experiences of the Papacy in Rome, the so-called Placat for the preservation of Scandinavian antiquities acquires new significance: no longer accepted as the “oldest law in the world” on this subject, as a Swedish tradition used to believe, it can be regarded as the initiator of one of the earliest institutes devoted to cataloguing and archaeological research in Europe.
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