Violenza negletta. Il destino segnato dell’abuso di prevaricazione dopo l’abrogazione dell’art. 323 c.p.

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Pubblicato

18-11-2025

DOI:

https://doi.org/10.63277/qspg.v6i.4425

Autori

  • Edoardo Mazzanti Università di Macerata

Parole chiave:

abuso d’ufficio, prevaricazione, obblighi d’incriminazione, giudizio di costituzionalità

Abstract

Sin dall’entrata in vigore del codice penale, il delitto di abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), in tutte le sue versioni, ha sempre sanzionato categorie di comportamenti variegate. La sua recente abrogazione (legge n. 114/2024), andando forse oltre le intenzioni del legislatore, travolge anche l’ “abuso di prevaricazione”, lasciando un ampio novero di comportamenti ritorsivi tenuti dai pubblici ufficiali penalmente scoperti. L’articolo si sofferma su questo problematico “effetto collaterale”, ricostruendo il ruolo dell’abuso di prevaricazione nell’economia dell’art. 323 c.p., dando conto dell’infruttuoso tentativo di far dichiarare costituzionalmente illegittima la legge n. 114/2024 e, infine, fornendo alcuni brevi spunti per un futuro, possibile ripensamento legislativo.

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