Il mega-museo degli affreschi staccati di Firenze: genesi e riflessi di un progetto mai realizzato/ The mega-museum of detached frescoes in Florence: genesis and reflections of a project never realized
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/2936Abstract
A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, a seguito delle numerose Mostre di opere d’arte restaurate allestite presso la Galleria dell’Accademia, ma soprattutto di quelle dedicate esclusivamente agli affreschi staccati che, invece, troveranno sede al Forte di Belvedere (1957, 1958, 1969, 1966), il progetto di creare a Firenze un mega-museo degli affreschi si fece sempre più concreto. La “stagione degli stacchi” e quella della “caccia alle sinopie” era giunta al suo apice, e quell’idea, sostenuta, fra gli altri, da Ugo Procacci e Mario Salmi, trovava larghi consensi anche nell’opinione pubblica. Inizialmente, la sede deputata ad ospitare il museo, avrebbe dovuto essere il chiostro del convento del Carmine, poi si pensò agli ambienti occupati dall’Archivio di Stato agli Uffizi, infine al Forte di Belvedere, luogo consacrato, come detto, alla fruizione degli affreschi staccati per ben quattro esposizioni che incontrarono un grande successo di pubblico e di critica. Sarà l’alluvione del 1966 a fare da spartiacque avviando alla definitiva rinuncia a un disegno museale che, per diversi motivi non riuscirà mai a decollare completamente
From the second half of the 1950s, following the numerous "exhibitions of restored works of art" set up at the Accademia Gallery, but in particolar after the four reviews dedicated exclusively to detached frescoes which will be held in the Forte di Belvedere (1957, 1958, 1959, 1966), the project to create a museum of frescoes in Florence became more concrete. The so-called “stagione degli stacchi”, a huge operation organized to remove and safeguard wall paintings in Italy, together with the “hunt” for sinopie, the preparatory drawings realized by masters under the painted plaster, had reached its peak, and the idea, put forward, among others, by Ugo Procacci and Mario Salmi, was also widely supported by public opinion. Initially, the location assigned to host the museum, should have been the Carmine convent, then the rooms of the Uffizi Gallery and finally the architecture of Forte di Belvedere. It will be the flood of 1966 changing evetrihing starting the definitive renunciation of an innovative museum project which, however, for various reasons will never be able to take off completely.
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