Drinkscapes caraibici: rum, lime, zucchero / Caribbean drinkscapes: rum, lime, sugar
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- Fig. 1. Selezione di schiavi a Cuba nel 1837
- Fig. 2. Mulino per la pressatura della canna da zucchero
- Fig. 3. Rimozione delle schiume durante il processo di produzione dello zucchero. Da queste schiume nacquero i primi fermentati e distillati di canna
- Fig. 4. Coca-Cola sfrutta il Cuba Libre per pubblicizzare il proprio prodotto
- Fig. 5. «Cuba, That’s where I'm going, Cuba, that’s where I’ll stay […] ever since the USA went dry» cantava Irving Berlin durante il proibizionismo
- Fig. 6. Casa di Al Capone, simbolo della mafia italoamericana, a Varadero, Cuba
- Fig. 7. Hemingway al Floridita, celebre locale di Cuba dove bere Daiquiri
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/2373Abstract
Un geografo e due formatori di barman dialogano su bevande e prassi di co-creazione dei modi di bere che si evolvono in stretta relazione con i mutamenti del quadro geoeconomico e geopolitico della regione caraibica. Vengono esaminate la nascita e l’evoluzione dei modi di bere nel territorio caraibico, dall’arrivo, in età moderna, dei colonizzatori europei e degli schiavi africani, a quello successivo dei produttori di spirito di canna da zucchero, all’uso di fermentati pre-canna da zucchero e alle prime distillerie di rum, fino agli sviluppi contemporanei, con particolare riferimento al paradigmatico caso di Cuba. La ricerca restituisce una dinamica di processo che coinvolge comunità locali, imprenditori, decisori politici e produttori di conoscenza (cantineros, bartenders, distillatori, depositari di saperi locali). Un palinsesto soggetto a continue cancellazioni e riscritture, dai confini incerti e permeabili, una geografia che ben si conforma, per dirla con Franco Farinelli (2019, p. 108), al «primo sguardo che si posa su quello che sarà il Nuovo Mondo […] uno sguardo prospettico cioè spaziale, fisso sul punto di fuga, sul punto che c’è e non c’è, esiste e non esiste, appare e scompare […] vanishing point».
A geographer and two bartender trainers talk about drinks and co-creation practices that change in close relation to changes in the geoecomic and geopolitical framework of the Caribbean region. They examine the birth and evolution of drinking patterns in the Caribbean, from the arrival in modern times of European colonizers and African slaves, to the subsequent arrival of sugar cane spirit producers, the use of pre-cane ferments and the first rum distilleries, up to contemporary developments, with particular reference to the paradigmatic case of Cuba. The research returns a dynamic process involving local communities, entrepreneurs, policy makers and knowledge producers (cantineros, bartenders, distillers, and local knowledge custodians). A palimpsest undergoing continuous erasing and rewriting, with uncertain and permeable borders, a geography that conforms well, as Franco Farinelli says (2019, p. 108), to «the first glance gazing at what will be the New World [...] a perspective glance, that is, a spatial glance, fixed on the vanishing point, on the point that is and is not there, exists and does not exist, appears and disappears [...] vanishing point».