Mostrare e tutelare. Esposizioni, propaganda e conservazione nelle province di Como e Sondrio (1920-1938) / Exhibiting and protecting. Exhibitions, propaganda and conservation in the provinces of Como and Sondrio (1920-1938)
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https://doi.org/10.13138/2039-2362/1394Abstract
La grande esposizione voltiana del 1899 e la mostra di Ercole Ferrata e dei maestri intelvesi a tenutasi a Pellio nel 1910 ebbero il merito di accendere l'attenzione degli studiosi su un patrimonio storico-artistico ancora largamente inesplorato come avvertivano Francesco Malaguzzi Valeri e Pietro Toesca, impegnati sul territorio in campagne di catalogazione e sulla stampa in interventi di denuncia. Dopo la fine del primo conflitto mondiale, nel 1920, si svolsero mostre finalizzate a presentare ad un più ampio pubblico le opere d’arte ricoverate in tempo di guerra nei depositi allestiti a Roma e restituite ai loro luoghi di origine, sotto la guida di Nello Tarchiani. Questo programma espositivo aveva un duplice scopo: da un lato la sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti del patrimonio, dall’altro la celebrazione della vittoria e dell’efficacia delle misure di tutela attuate dal Comando militare e dagli organi del Ministero della pubblica istruzione. In questo solco si colloca, a qualche decennio di distanza, la pubblicazione dell'Inventario degli oggetti d'arte della provincia di Sondrio, nono volume di una storica collana ministeriale, edito nel 1938. Tuttavia quando in quello stesso anno si organizzò a Sondrio una grande mostra della pittura e del ritratto dal XVI al XIX secolo nelle valli dell’Adda e della Mera, gli intenti erano ben lontani dalla conservazione e dalla tutela e volgevano con enfasi nazionalistica alla propaganda di regime. Il presente contributo intende stabilire la diversificata ricezione che le esposizioni ebbero da parte degli studiosi e dell'opinione pubblica, attraverso lo studio della pubblicistica e degli allestimenti, evidenziando il collegamento con l'attività di tutela e catalogazione sul territorio e con la contemporanea ricerca storico-artistica.The great exhibition of Volta in 1899 and the exhibition of Ercole Ferrata and the Intelvesi masters held in Pellio in 1910 had the merit of focus the attention of scholars on a historical and artistic heritage still largely unexplored as warned Francesco Malaguzzi Valeri and Peter Toesca, engaged on the territory in cataloging campaigns and on the press in complaint action. After the end of World War I, in 1920, they were held exhibitions aimed to present to a wider audience the works of art admitted to wartime in warehouses set up in Rome and returned to their places of origin, under the guidance of Nello Tarchiani. This exhibition program had a dual purpose: on the one hand the public awareness towards heritage, on the other the celebration of victory, and the effectiveness of the protection measures implemented by the military command and the organs of the Ministry of Education. In this vein it is located, a few decades later, the publication of the Inventario degli oggetti d’arte della provincia di Sondrio, the ninth volume of a historic ministerial series, published in 1938. However, when that same year it was organized in Sondrio a big exhibition of painting and portrait from the XVth to the XIXth century, the intent were far from conservation and protection and turned to nationalistic propaganda. The article means to establish the mixed reception by scholars and the public, through the study of reviews and museographic programs, highlighting the connection with the activities of protection and cataloging in the territory and with the historical research.
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