Bernard Berenson e “the great Morelli”: dipinti, musei, amici a Milano e in Lombardia, 1891-1913 / Bernard Berenson and "the great Morelli": paintings, museums, friends in Milan and Lombardy
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/3308Abstract
Berenson scoprì il Rinascimento settentrionale nel 1889, quando arrivò in Lombardia per ammirare i dipinti di Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari. A Milano strinse poi amicizia con alcuni membri del circolo morelliano: Jean Paul Richter, che lo introdusse alla lettura dei libri di Morelli, e Gustavo Frizzoni, che lo presentò a Morelli stesso nel gennaio 1890. In quella occasione, insieme a Frizzoni, Berenson visitò musei e collezioni private milanesi, tra cui quella di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, un amico di Morelli. Negli anni successivi avrebbe continuato a visitare la Lombardia, dalla villa dei Frizzoni a Bellagio sul lago di Como (in seguito convertita in grande albergo) a quella di Guido Cagnola a Gazzada nelle colline intorno a Varese, passando in rassegna anche le chiese di Bergamo e delle valli prealpine. Il contributo indaga questo momento della vita del conoscitore americano sulla scorta di inediti taccuini, ancor oggi conservati a Villa I Tatti, e di altri indizi e spunti disseminati nelle pubblicazioni di Berenson, allo scopo di mettere in evidenza la sua eredità morelliana e i modi con cui egli prese le distanze dal suo “venerato” maestro.
Berenson discovered North Italian Renaissance in 1889, when he arrived in Lombardy to admire some paintings by Bernardino Luini and Gaudenzio Ferrari. Then, in Milan, he became friends with some members of the Morelli Circle: Jean Paul Richter, who pushed him to read Morelli's books, and Gustavo Frizzoni, who introduced him to Morelli himself in January 1890. On that occasion, together with Frizzoni, Berenson visited museums and private collections in Milan, and with particular attention Gian Giacomo Poldi Pezzoli's collection. In the following years he continued to visit Lombardy, from Villa Frizzoni in Bellagio (Lake Como, now a luxury hotel) to Guido Cagnola's collection in Gazzada (Varese), then he reviewed the churches in Bergamo and mountain valleys. The paper investigates this moment of Berenson's life and activity as a connoisseur and an art critic on the basis of unpublished notebooks, still preserved at Villa I Tatti, and several annotations in Berenson’s books, in order to point out his Morellian legacy and the ways he took his distance from the “great” master.
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