La tela di Carlo Crivelli e il sottile fil rouge con Venezia tardogotica /Carlo Crivelli’s Canvas and the subtle fil rouge with Late Gothic Venice
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- 2024-08-26 (2)
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/3501Abstract
L’intervento di restauro eseguito nel 2022 ha confermato che la Madonna con il Bambino di Macerata di Carlo Crivelli . stata inequivocabilmente in origine dipinta su tela, come sospettava già Pietro Zampetti nel 1961. La natura del supporto obbliga gli studiosi a rileggere la produzione del pittore, anche da un punto di vista tecnico, e conferma l’impiego delle tele per la realizzazione di opere a carattere devozionale anche nel XV secolo. La conoscenza di tale tecnica da parte del pittore, cos. come ulteriori significativi dettagli tecnici quali il trattamento delle dorature, riscontrati nel piccolo dipinto di Macerata e in generale in altre sue opere, possono contribuire a far luce sulla prima formazione di Crivelli a Venezia.
L’impiego precoce della tela, le campiture smaltate, il pulviscolo dorato spruzzato sulle aureole e la raffinata granitura delle lamine metalliche sembrano costituire un sottile fil rouge fra Crivelli e la sua Venezia. Un legame che unisce il nostro pittore a Jacopo Bellini e alla sua famiglia ma ancor prima a Gentile da Fabriano, rinnovatore della pittura a Venezia così come Carlo rivitalizza l’ambiente artistico nelle Marche.
The restoration performed in 2022 confirmed that the Madonna and Child of Macerata by Carlo Crivelli was unequivocally originally painted on canvas, as Pietro Zampetti already suspected in 1961. The nature of the support forces academics to re-examine the painter’s production, also from a technical point of view, and confirms the use of canvases for devotional paintings even in the 15th century. The painter’s knowledge of this technique, as well as other significant technical details such as the treatment of gilding, found in the small painting in Macerata and generally in other of his works, may help provide information on Crivelli’s early apprenticeship in Venice.
The early use of canvas, the enamelled backgrounds, the gilded dust sprinkled on haloes and the refined texturing of metal foils seems to establish a thin fil rouge between Crivelli and his Venice. A bond that unites our painter to Jacopo Bellini and his family, but even earlier to Gentile da Fabriano, the innovator of painting in Venice just as Carlo revitalised the artistic environment of the Marche.
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