La collezione del Museo del Monte di Portofino: un caso paradigmatico di musealizzazione di affreschi a margine della stagione degli stacchi, tra autenticità e falsificazione/The collection of the Museo del Monte di Portofino: a paradigmatic case of the musealization of frescoes in the margins of the season of the detachments, between authenticity and forgery
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- Giulio Campi (attr.), Putto tra tralci di vite, dal castello di Villachiara (Bs), 1555ca - collezione Orlando Crotti
- Giulio Campi (attr.), Putto tra tralci di vite, fotografia d’epoca del castello di Villachiara (Bs)
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/2327Abstract
Il contributo presenta la ricostruzione delle vicende legate alla collezione del Museo del Monte di Portofino, presentata al pubblico nel 1974 e costituita da diverse centinaia di strappi di affreschi. Il progetto, voluto e realizzato dall’antiquario milanese Orlando Crotti, si colloca a margine della grande stagione estrattistica primo-novecentesca come un caso di importanza paradigmatica nella storia della musealizzazione di affreschi staccati e di possibili crimini contro il nostro patrimonio culturale. La sospetta natura fraudolenta della collezione, insinuata in quegli anni da importanti personalità della critica d’arte, fu posta al vaglio in una serie di processi giudiziari che ho voluto ricostruire, integrando la documentazione relativa ai procedimenti penali, finora inedita e conservata presso il polo archivistico di Morimondo, con il relativo fascicolo presso la Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio della Liguria e con un’attento vaglio della stampa locale e nazionale dell’epoca.
The essay presents the reconstruction of the events related to the collection of the Museo del Monte di Portofino, opened to the public in 1974, counting several hundreds of detached frescoes. The project, wanted and carried out by the milanese antiquarian Orlando Crotti, took place toward the end of a great season of detachment of wall paintings happened in the early-twentieth-century and emerges as a case of paradigmatic importance in the development of the display of detached frescoes as well as possible crimes against cultural heritage. The suspected fraudulent nature of the collection, substained in those years by important art critics, was examined in a series of trials that I aimed to reconstruct, integrating the documentation relating to the court, until now unpublished and kept in the archive of Morimondo, with the related dossier at the Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio of Liguria and with a careful examination of the local and national press of the time.
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