Echi cosmogonici nella decorazione pittorica di palazzo Sansevero a Napoli / Cosmogonic echoes in the pictorial decoration of the Palazzo Sansevero in Naples
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/1799Abstract
L’articolo intende approfondire le conoscenze relative al ciclo di affreschi realizzato agli inizi degli anni sessanta del Settecento all’interno del palazzo napoletano dei Sansevero. Commissionato dal principe Raimondo di Sangro a Francesco Celebrano, artista già attivo nel cantiere della celebre cappella di famiglia, il ciclo è incentrato sul tema delle quattro stagioni. Memore della tradizione europea di Solimena e Giaquinto, motivato dalla rappresentazione di un mondo di personaggi fanciulli, adulti e bambini, nei quali la sua vena di abile e colorito narratore trova i toni e gli accenti più giusti, Celebrano dipinse il canto del cigno di una schiera di artisti napoletani che, attraverso la felice mediazione del grande Solimena, ancora ci rammenta echi del sommo Giordano. Attraverso l’incrocio di fonti bibliografiche, come resoconti e memorie di viaggiatori, e di documenti archivistici, si tenterà di ricostruirne la storia e, tramite una adeguata lettura stilistica e iconografica, si proverà a leggere il mondo figurativo di riferimento e a interpretarne il significato.
The paper aims to deepen the knowledges related to the cycle of frescos realized at the beginning of the Sixties of 18th century in the neapolitan Sansevero building. Commissioned by the prince Raimondo di Sangro to Francesco Celebrano, an artist who had previously worked for the famous family chapel, the cycle is based on the four seasons theme. Mindful of the European tradition of Solimena and Giaquinto, motivated by the representation of a world of characters as little boys, adults and children, in which his vein of skilled and colorful narrator finds the most correct tones and accents, Celebrano painted the swansong of a group of Neapolitan artists that, through the happy mediation of the great Solimena, still remembers us echoes of the highest Giordano. Through the intersection of bibliographical sources as accounts and memories of travelers, with archival documents, the paper will try to read the figurative world of reference and to interpret its meaning.
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