Allestimenti museali, mostre e aura dei materiali tra le due guerre nel pensiero di Amedeo Maiuri / Museum displays, exhibitions and aura of materials between WWI and the WWII in Amedeo Maiuri’s thinking
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/1437Abstract
Obiettivo di questo studio è l’approfondimento di un aspetto poco noto dell’attività del soprintendente archeologo della Campania Amedeo Maiuri, ossia il suo pensiero e le sue realizzazioni in campo museale negli anni Trenta, sia attraverso allestimenti stabili, sia la partecipazione ad alcune grandi mostre-evento. Nessuno di tali allestimenti è sopravvissuto; ci si è avvalsi pertanto di immagini, documenti d’archivio e testi d’epoca, con particolar riguardo a quanto Maiuri stesso illustrò in contributi dedicati ai singoli allestimenti, ma soprattutto nel rapporto redatto in occasione della conferenza di Madrid del 1934 dedicata ai musei. Da questo percorso emerge il ritratto di un Maiuri ben informato sulle più aggiornate linee di tendenza sul tema, alcune delle quali – come il doppio percorso dedicato a grande pubblico e studiosi, il diradamento degli oggetti da esporre, lo schiarimento delle pareti – egli applicò costantemente, all’interno di allestimenti dove si coglie un’eco dei musei di ambientazione. Nella sua partecipazione alle due grandi mostre (quella “Augustea della Romanità” e la “Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare”) che videro protagonista l’archeologia, si coglie infi ne un attaccamento all’esposizione di originali che contrasta con la prevalente volontà dell’epoca di abdicare all’aura dei materiali a favore di allestimenti più liberi, ma anche maggiormente piegati alle necessità della propaganda, fi no a confl iggere con i fondamenti stessi della disciplina di cui pure Maiuri fu un insigne rappresentante.
The aim of this study is the deepening of a little-known aspect of the activity of the Superintendent Archaeologist of Campania, Amedeo Maiuri, his thinking and his accomplishments on the museum fi eld in the ‘30, both through permanent displays, both for participation in some large exhibitions-event. None of these displays has survived; there has therefore made use of images, archival documents and antique texts, particularly with regard to what is illustrated in the same Maiuri contributions dedicated to individual installations, but above all in the report prepared on the occasion of the Madrid Conference of 1934 dedicated to the museums. This study reveals a portrait of a Maiuri well informed on the latest trends on the subject, some of which – such as dual path dedicated one to the general public and the other to scholars, the reduction of the objects to be exhibited, the clearing of the walls – he applied consistently, within arrangements where you may catch an echo of the environment museums. In its participation in two major exhibitions (“Augustea della Romanità” and “Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare”) where protagonist was the archeology, finally it seizes an attachment to the display of the original, which contrasts with the prevailing will of the era to abdicate to the aura of materials in favor of more free equipment, but also more bent to the needs of propaganda, up to confl ict with the very foundations of the archaeological discipline in which Maiuri was a distinguished representative.
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