Edoardo Albinati: Irrealtà o inganno della Realtà?

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Pubblicato

2017-02-08

Fascicolo

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Articoli

DOI:

https://doi.org/10.13138/2037-7037/1613

Autori

  • Sara Bonfili

Abstract

Nella scrittura di Edoardo Albinati si evidenziano alcune caratteristiche del cosiddetto “ritorno alla realtà” di cui tanto si è detto nella critica dei primi anni Duemila: sguardo obliquo, mescolanza di generi, interesse per la contemporaneità, argomento “epico”, come teorizzato dal collettivo Wu Ming per la New Italian Epic. Si aggiungono alcune scelte proprie di Albinati: un autobiografismo ingannevole, l’autobiomanualistica, il falso diario, l’intertestualità. Offriamo una proposta per riflettere sulla letteratura di Albinati e dei tanti scrittori italiani che preferiscono la non-fiction come un nuovo strumento per stringere un patto con i lettori di oggi, disinteressati al romanzesco e consapevoli della sua non attendibilità. A scapito della realisticità, per un “effetto di realtà”, nelle parole dello studioso Palumbo Mosca.

Edoardo Albinati’s works contain many aspects of the Italian so-called “back to reality” strategy, something of which literary critics wrote about at the beginning of the twenty-first century. In Wu Ming’s “New Italian Epic” theory, an oblique look, the mixing of genres, contemporary history and “epic items” are the main characteristics of these non-fiction texts. Albinati adds his own narrative techniques: ambiguous autobiography, the “autobiomanualistica”, false-diary and intertextuality. This is our reflection on Albinati’s and others Italian writers’ works, who chose the non-fiction novel to making a pact with the nowadays readers. These authors assumed that the non-fiction genre cannot be realistic, but it can give “the effect of reality”, as scholar Palumbo Mosca said.