Le lampeggianti campane della libertà. L’americanismo giacobino di Luigi Angeloni
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DOI:
https://doi.org/10.13138/gsc.v49i.4044Parole chiave:
Luigi Angeloni, Triennio rivoluzionario, federalismo, repubblica unitaria, Ordine conservativoAbstract
Durante il Triennio rivoluzionario la discussione sulla forma di governo più confacente alla nazione italiana si sviluppò in maniera piuttosto articolata. A coloro che sostenevano la necessità di una soluzione unitaria si contrappose chi vedeva invece nel federalismo una risposta adeguata a contrastare la frammentazione sociale esistente nel paese. Sul modello federale americano e sulla sua adattabilità al contesto italiano sono concentrate le riflessioni del giacobino Luigi Angeloni (1759-1836). In esilio a Parigi dal 1800 dopo aver partecipato alle vicende della Repubblica Romana, all’indomani della caduta di Napoleone Angeloni pubblicò il pamphlet Sopra l’ordinamento che aver dovrebbono i governi d’Italia nel quale, auspicando l’indipendenza nazionale e la fine dell’ingerenza straniera nella penisola, ritenne che solamente l’adozione di un sistema federale, analogo a quello statunitense, garantisse il conseguimento di tali obiettivi. Nell’opera successiva, Dell’Italia uscente il settembre del 1818, accanto ad una severa critica delle decisioni prese a Vienna veniva riproposta l’ipotesi confederalistica che aveva nuovamente come punto di riferimento l’esperienza americana. Trasferitosi a Londra nel 1823, Angeloni ampliò il raggio della sua analisi politica riguardante la situazione italiana nei due volumi Della forza nelle cose politiche dove se da un lato rimase fedele ad una visione di democrazia basata sulla sovranità popolare – «reggersi uno stato a popolo» – dall’altro non mancò di riaffermare l’ammirazione per «il libero e bel governo degli Stati Uniti Americani» e per la dottrina federalista.