Il Lago di Celluloide: immagini e pratiche di una meta turistica d'élite nelle rappresentazioni cinematografiche dai fratelli Lumière a Geogrge Clooney / The “Celluloid Lake”: images and practices of an elitist tourism destination in film productions from Lumière Brothers to George Clooney
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/1423Abstract
Il lago di Como è un caso di studio paradigmatico per l'unicità della dotazione ambientale e culturale, per la storia turistica lunga oltre duecento anni, per la forza dell'immagine che comprende alcune icone globali. Letterarie, poetiche, narrative, pittoriche, figurative, le immagini ricreative del lago di Como si modificano e si moltiplicano dall'età classica a quella romantica, presentandosi già definite e consolidate agli albori delle tecnologie fotografiche e cinematografiche. Il lago di celluloide nasce nel 1897 quando i fratelli Lumière riprendono una competizione fra imbarcazioni a Bellagio. Da allora il lago assume differenti connotazioni e ruoli come set di un gran numero di opere cinematografiche, la cui analisi diacronica permette interessanti riflessioni sulla natura delle relazioni fra turismo e audiovisivo, sulle diverse percezioni e rappresentazioni culturali di una medesimo territorio e sulle prerogative iconografiche specifiche di alcuni luoghi centrali della globalizzazione mediatica, cinematografica e turistica.
The Como Lake case study is paradigmatic for the unique environmental and cultural features, for the two-hundred-years-long touristic tradition and for the strength of its image, involving global icons. The recreational pictures of Como Lake are literary, poetic, narrative and pictorial. They have been constantly changing and multiplying beginning from the Classic to the Romantic Age, and became well-defined and strengthened before the dawn of photographic and cinematographic technologies.
The "celluloid lake" debuts in 1897, when Lumière Brothers shoot a boat race in Bellagio. Since then, the lake took different connotations and roles as location for a large number of cinematographic productions, whose diachronic analysis leads to interesting thoughts on nature and the relationship between tourism and audiovisual footage, on different cultural perceptions and representations of the same territory and on the specific iconography of central places of the media, cinematographic and touristic globalization.
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