Twenty years of the Archaeological Museum in Zadar in the documents of the Department for Antiquities of Marche, Abruzzi, Molise and Zadar
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- Trascrizioni documenti articolo (Italiano)
- Fig.1 Zadar Archeological Museum (Italiano)
- Fig.2 Arch. Luigi Leporini, Zadar- Sistemazione del foro romano (Italiano)
- Fig.3 San Donato Church, Zadar (Italiano)
- Fig. 4a Zadar Archaeological Museum, first floor (Italiano)
- Fig. 4b Zadar Archaeological Museum, first floor (Italiano)
- Fig. 4c Zadar Archaeological Museum, first floor (Italiano)
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/1440Abstract
The annexation of Zadar to the Kingdom of Italy, at the end of the First World War, entailed a new commitment for the Italian Ministry aimed at protecting heritage of this new territory. For this reason, the actions by the Ministry focused, between the two world wars, the archaeological museum of San Donato in Zadar which became center of the policy of safeguarding and of development of the whole territory of Zadar. The article focuses on the events of the museum, emerging through archival research. These events were connected, from 1923 until 1941, with those of the Departement of Antiquities of Marche, in particular under the direction of the Superintendent Moretti, when the museum building was restored and its collections reaoganized giving maximum emphasis to the deep cultural, trade and political ties that always had joined Zadar, Rome and the Marche.
L’annessione di Zara al Regno d’Italia, avvenuta a conclusione della Prima Guerra Mondiale, comportò un nuovo impegno da parte dell’apparato ministeriale italiano finalizzato alla tutela del patrimonio presente in questo nuovo territorio. Per tale ragione le azioni da parte del Ministero si concentrarono, tra le due guerre mondiali, sul museo archeologico di San Donato a Zara, fulcro della politica di salvaguardia e valorizzazione di tutto il territorio zaratino. Le vicende del museo, emerse attraverso la ricerca documentaria ed al centro della trattazione, si legarono, dal 1923 fi no al 1941, a quelle delle Soprintendenze alle Antichità marchigiane che, sotto la guida, in particolare, del soprintendente Moretti, condussero i lavori di ristrutturazione dell’edifi cio e ne riallestirono le collezioni dando massimo risalto ai profondi legami culturali, commerciali e politici che da sempre avevano unito Zara, Roma e il territorio marchigiano.
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