Vittorio De Sica e La porta del cielo. Un pellegrinaggio a Loreto ricostruito nella basilica di San Paolo fuori le Mura nel clima dell’occupazione di Roma del 1944 / Vittorio De Sica and La porta del cielo. A pilgrimage to Loreto staged in the basilica of San Paolo fuori le Mura in the atmosphere of the occupied Rome in 1944
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/2329Abstract
Nel solco della consuetudine dei “treni bianchi” che conducevano gli ammalati verso i principali santuari mariani quali Lourdes e Loreto, nel 1943 il Vaticano aveva commissionato a Vittorio De Sica la direzione di un film che trattasse dei viaggi dei pellegrini nella basilica lauretana. La pellicola, intitolata La porta del cielo, a causa degli eventi bellici dovette subire riduzioni, soprattutto per ciò che concerne la ripresa delle scene da girare a Loreto, tanto che la chiesa della Santa Casa fu riprodotta all’interno del perimetro extra-territoriale di San Paolo fuori le Mura. Le riprese, iniziate il I marzo 1944, vennero così realizzate integralmente a Roma e terminate poco dopo l’entrata delle truppe americane in città il 4 giugno. Qui De Sica anticipa le tematiche del neorealismo, sviluppate poi nel dopoguerra insieme a Cesare Zavattini, entrando nelle sottili pieghe delle problematiche quotidiane dei malati (e dei loro accompagnatori) in viaggio verso il santuario. La produzione inserì nei registri delle comparse oltre quattrocento persone, includendo ebrei, ricercati politici, renitenti alla leva, che così riuscirono ad evitare i rastrellamenti e, dopo l’arrivo degli americani, tornarono ad abbracciare nuovamente la città.
Following the custom of the “white trains” that led the sick towards the main Marian sanctuaries such as Lourdes and Loreto, in 1943 the Vatican had commissioned Vittorio De Sica to direct a film dealing with pilgrims’ journeys to the Lauretan basilica. The film, entitled La porta del cielo (The Gate of Heaven), due to the war events had to be changed, especially in regards to the scenes to be shot in Loreto, so the Santa Casa was reproduced within the extra-territorial perimeter of San Paolo fuori le mura. Filming, which began on March 1st 1944, was thus carried out entirely in Rome and ends shortly after the entry of American troops into the city on June 4th. Here De Sica anticipates the themes of neorealism, developed after the war with Cesare Zavattini, entering the daily problems of the sick (and of their companions) travelling towards the sanctuary. The production includes over four hundred people in the registers of extras, including Jews, political dissidents, draft dodgers, who thus managed to avoid round-ups and, after the arrival of the Americans, return to embrace the city again.
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