L’improvvida autocrazia del MiBAC tra conoscenza e tutela / The improvident autocracy of MiBAC between knowledge and protection
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/2193Abstract
L’evoluzione dell’archeologia, dallo scavo delle “cose” sepolte, di proprietà dello Stato, ad uno studio sistemico dei paesaggi storici, come contesto all’interno del quale si collocano le innumerevoli testimonianze del nostro passato, ha messo in crisi il sistema della tutela che, impostato su un modello dirigistico, non è in grado di salvaguardare la complessità del patrimonio. Inoltre, il MiBAC, avocando a sé anche la ricerca, illegittimamente estesa dallo scavo alle “ricerche territoriali” non invasive, impedisce il coinvolgimento di altri attori sociali, in grado di promuovere una sensibilizzazione della società e conseguentemente una tutela condivisa.
The evolution of archaeology, from the excavation of the buried “things” owned by the State, to a systemic study of historical landscapes, as a context within which the innumerable vestiges of our past are placed, has put in crisis the heritage protection. Based on a centralized model, it is not able to safeguard the complexity of the heritage. In addition, the MiBAC, illegitimately extending the control of the research from excavation to non-invasive “territorial research”, prevents the involvement of other social actors, able to promote an awareness of society and consequently a shared protection.
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