Lo spazio della galleria a Genova tra Seicento e Settecento: un dialogo fra architettura e decorazione / The gallery along XVII and XVIII century: a dialogue between architecture and decoration
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/1837Abstract
Se già Vincenzo Scamozzi individuava Genova, insieme a Roma, come città in cui si sviluppano al meglio quel genere di fabbriche che si dicono gallerie, è però nel passaggio tra il Seicento e il Settecento che questi ambienti acquisiscono sempre più una propria peculiarità, specialmente in rapporto con l’apparato decorativo. Attraverso un’analisi sistematica di questi manufatti si è voluto dimostrare come, a Genova, la galleria fosse solo raramente concepita come spazio unicamente dedicato all’esposizione della quadreria: assume invece, molto più spesso, la funzione di vero e proprio modulo architettonico fluido, dove l’oggetto della collezione può essere messo in secondo piano per arrivare fin quasi a sparire del tutto; la parete, strutturata dalle linee di forza del reticolo architettonico, accoglie così ‘finti’ quadri ad affresco e ‘finti’ arredi scultorei a monocromo che – accanto alla presenza fisica di alcuni, selezionati, oggetti che cambiano a seconda del gusto e delle mode – consentono di accordare, e raccordare, lo spazio/superficie della parete con quello della volta.
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