Aperture datate negli edifici delle zone montane: una tradizione da indagare / Dated openings in the buildings of mountainous areas: a tradition to be investigated

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Pubblicato

2015-12-29

Fascicolo

Sezione

Archeologia delle aree montane europee: Saggi

DOI:

https://doi.org/10.13138/2039-2362/1183

Autori

  • Anna Boato - Dipartimento di Scienze per l'Architettura, Università di Genova - Istituto di Storia della Cultura Materiale (ISCUM), Genova
  • Rosa Pagella Istituto di Storia della Cultura Materiale (Genova), c/o Museo di Sant’Agostino, Piazza di Sarzano, 35r, 16128 Genova.

Abstract

Tiziano Mannoni osservava come fosse frequente trovare date incise sui portali delle case di abitazione delle zone alpine e appenniniche, quasi si trattasse di una tradizione specifica dei paesi di montagna. Non sappiamo se e in quale misura tale affermazione corrisponda al vero, ma non vi è dubbio che in molti abitati di montagna la tradizione di scolpire nella pietra la data della costruzione sia assai diffusa. Il catalogo informatico delle aperture redatto da Mannoni e da altri membri dell’Istituto di Storia della Cultura Materiale a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso permette di tracciare una prima mappa di tale fenomeno che, seppure non sistematica e non esaustiva, fornisce alcuni dati quantitativi e spunti di riflessione. L’articolo non ha la pretesa di spiegare le ragioni sociali e culturali che hanno indotto molte popolazioni a lasciare una traccia materiale della propria storia, ma intende proporre all’attenzione dei lettori questa interessante tradizione e fornire alcune ipotesi di lavoro.

Tiziano Mannoni observed how frequently dates were engraved on the doorways and windows (normally made by stone) of the houses built in the Alps and in the Apennines mountains. In his opinion, this tradition was specific of the mountains region. We don’t know whether and to what extent this statement can be generalised, but it cannot be denied that in several mountainous areas the tradition of engraving the construction date in stone is extremely common. Thanks to the digital catalogue of apertures compiled by Tiziano Mannoni and by other members of the Institute for the History of Material Culture (ISCUM) since the 1980s, it is possible to outline a map of this phenomenon, which provides interesting and thought provoking quantitative data, even if it is not yet systematic and exhaustive. The present article does not seek to explain the social and cultural reasons that led many populations to leave a material trace of their history, but it aims to draw the reader’s attention to this interesting tradition and to propose some reflection about it.

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Biografie autore

Anna Boato, - Dipartimento di Scienze per l'Architettura, Università di Genova - Istituto di Storia della Cultura Materiale (ISCUM), Genova

Anna Boato, Professore associato di Restauro, Università degli Studi di Genova, Dipartimento di Scienze per l’Architettura, stradone Sant’Agostino, 37, 16123 Genova.

Membro dell’ISCUM (Istituto di Storia della Cultura Materiale – Genova).

Rosa Pagella, Istituto di Storia della Cultura Materiale (Genova), c/o Museo di Sant’Agostino, Piazza di Sarzano, 35r, 16128 Genova.

Docente di scuola secondaria e membro dell’ISCUM – Istituto di Storia della Cultura Materiale (Genova), c/o Museo di Sant’Agostino, Piazza di Sarzano, 35r, 16128 Genova.

Come citare

Boato, A., & Pagella, R. (2015). Aperture datate negli edifici delle zone montane: una tradizione da indagare / Dated openings in the buildings of mountainous areas: a tradition to be investigated. Il Capitale Culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage, (12), 101–126. https://doi.org/10.13138/2039-2362/1183