Il compascuo dell’Altopiano di Navelli: un contributo per lo studio delle strutture insediative, economiche e religiose dell’Abruzzo interno tra Antichità e Medioevo / The commonality in the Plateau of Navelli: a contribution to the study of the settled, economic and religious structures of the inner Abruzzo between the Antiquity and Middle Ages
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/1138Abstract
Questo contributo intende porsi nel dibattito relativo al tema della continuità/ discontinuità tra l’età antica ed il Medioevo – a livello insediativo, economico e religioso – presentando come caso di studio una situazione inedita riscontrata nell’Altopiano di Navelli, una delle unità nelle quali si articola l’area montana dell’Abruzzo. Indizi di natura toponomastica, archeologica e topografica hanno consentito di formulare, per l’età romana, ipotesi circa la gestione paganica di un’area di pascolo legata alla formazione di un lago stagionale, area che in età pienamente medievale troviamo sfruttata a regime di compascuo. Di questa promiscuità si delineano le origini e la fine, sancita con il suo scioglimento nel XVI secolo e l’apposizione di confini stabili agli inizi del XIX, per giungere alla bonifica del lago negli anni ’60 del secolo scorso.
This paper aims to integrate in the debate about the theme of continuity/discontinuity between the Ancient Age and the Middle Ages – in settlement, economic and religious patterns – presenting as a case study a situation documented in the Plateau of Navelli, one of the units in which the mountainous area of Abruzzo is articulated. Toponymical, archaeological and topographical evidences allowed to formulate, for the Roman period, a hypothesis about the pagus involvment in the management of a pasture area related to the formation of a seasonal lake, the same area that is, in the Middle Ages, exploited according to a system of commonality. This paper outlines the origins and the end of the common pasture, culminated with the abolition of promiscuity in the 16th century, the placing of permanent boundaries in the early 19th, until the land reclamation carried out in the 60s of last century.
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