Dicit quidam Doctor et multum pulchre in hac materia. ‘Comunicazione’ e ‘produzione’ tra metafisica e teologia trinitaria in Francesco d’Appignano e Giovanni da Ripa

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Pubblicato

2024-12-27

Fascicolo

Sezione

Studi

Autori

  • Andrea Nannini Istituto di Teologia - Lugano

Abstract

Abstract in italiano
Attraverso un confronto serrato tra le posizioni di Francesco d’Appignano e Giovanni da Ripa in merito al tema della produzione del Figlio è possibile fare emergere alcune differenze tra i due autori francescani, che a partire dal tema della generazione intratrinitaria, estendono la riflessione sulla produzione nella dimensione creata: in riferimento al problema del termine della generazione, Francesco introduce tanto una ‘comunicazione’ (dell’essenza comune, o della natura comune) quanto una ‘produzione’ (del supposito o della differenza individuale); in linea con la sua possente metafisica neoplatonica, al contrario, Giovanni da Ripa viene a sostenere che il ‘termine’ – o meglio: i termini – della generazione di una qualsiasi creatura ad opera dell’essenza divina sono rappresentati dai correlati analogico-creati delle medesime perfezioni divine-immense, atti a ricevere la latitudinarietà creata uscendo dal dominio della supersemplicità divina, in accordo al raffinato meccanismo della replicatio unitatis divinae. L’azione creatrice di Dio, quindi, non genera una tantum la perfezione di una singola “natura comune” che sia ‘realmente’ comune a tutti gli individui di una certa specie, ma procede a crearla ex nihilo ogni volta che si crea un nuovo individuo della medesima specie. La generazione-comunicazione di Francesco d’Appignano si trasforma dunque, in Ripa, complice una metafisica neoplatonica estremamente raffinata, in un legame molto più ‘originale’ – nel senso di unico – tra Dio e un qualsiasi individuo.

Abstract in English
Through a close comparison between the positions of Francis of Marchia and John of Ripa about the production of the Son, it is possible to highlight some differences between the two Franciscans, who, moving from the intratrinitarian generation, extend the reflection on production to the created domain. With reference to the problem of the term of generation, Francis introduces both a ‘communication’ (of the essence or the common nature) and a ‘production’ (of the suppositum or the individual difference); in line with his mighty Neoplatonic metaphysics, on the contrary, John of Ripa comes to argue that the ‘term’ - or rather: the terms - of the generation of any creature by the divine essence are represented by the analogical-created correlates of the same divine-immense perfections, capable of receiving the created latitudinarianity by leaving the domain of divine supersimplicity, in accordance with the refined mechanism of replicatio unitatis divinae. God’s creative action, therefore, does not generate once and for all the perfection of a single ‘common nature’ that is really common to all individuals of a certain species, but proceeds to create it ex nihilo each time a new individual of the same species is created. Thus, Francis of Marchia’s generation-communication is transformed, in Ripa, with the help of an extremely refined neo-Platonic metaphysics, into a much more ‘original’ - in the sense of unique - connection between God and any individual.

Come citare

Nannini, A. (2024). Dicit quidam Doctor et multum pulchre in hac materia. ‘Comunicazione’ e ‘produzione’ tra metafisica e teologia trinitaria in Francesco d’Appignano e Giovanni da Ripa. Picenum Seraphicum - Rivista Di Studi Storici E Francescani, 38, 27–68. Recuperato da https://rivisteopen.unimc.it/index.php/pi_ser/article/view/3678