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Pubblicato

2014-10-28

DOI:

https://doi.org/10.13138/2037-7037/984

Autori

  • Hans-Georg Grüning unimc

Abstract

Viviamo in un momento storico dove il fondamentalismo, rifiutando la situazione attuale e reale del mondo, che presenta una sempre meno netta divisione dei popoli e una sempre più evidente mescolanza di etnie, di lingue, dovuta ai flussi migratori, cerca di propagare e realizzare una ormai perduta purezza etnica, culturale e religiosa. In Europa e in primo luogo in Italia, dove l’enfasi del discorso si concentra sempre di più sulle “radici cristiane” o “ebreo-cristiane”, questo discorso è sostenuto principalmente dal Vaticano, ma anche da molti partiti politici. La sottolineatura delle “radici cristiane” riguarda sia l’entrata della Turchia nell’Europa comunitaria che l’immigrazione, soprattutto quella da paesi di fede musulmana, considerata una minaccia per l’identità europea. Per la effettiva predominanza di queste radici cristiane fu dimenticato o taciuto che l’identità europea è caratterizzata anche, e soprattutto nelle sue strutture politiche e sociali, dalla tradizione indogermanica che nella sua forma fenomenologicapiù alta, quella greco-romana, ma anche nelle tradizioni degli altri popoli indogermanici, è nemica del despotismo e culla della democrazia, mentre l’ebraismo e anche il cristianesimo grazie alla
loro origine “orientale” si appoggiano su un sistema monocratico e teocratico che in gran parte ha determinato il periodo medievale.
L’islam è cresciuto su questa base, ma, essendo rimasto ancorato nel mondo orientale, non era costretto ad adattarsi al sistema “democratico” indoeuropeo.