In “An Anonymous Elsewhere”: An Exploration of Identities in the Postcolonial Spaces of Kim Thúy’s Mãn

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Pubblicato

2024-12-20

DOI:

https://doi.org/10.13138/2037-7037/3771

Autori

  • Vanisha Pandia,
  • Nupur Tandon

Abstract

“Se vuoi sopravvivere, liberati della tua identità”. Da quel momento, Mãn e la sua Maman presero una decisione. In questo stato di violenza, “impararono soprattutto a diventare flessibili, impercettibili, persino invisibili”. Questo evento, segnato da tali parole, rappresentò una svolta significativa non solo nella storia del Vietnam, ma anche nell’eredità dello stato postcoloniale. Dalla patria alla terra di insediamento, dal fervore militante dell’esercito comunista alla vulnerabilità del Québec minacciato nella sua identità francofona, le città di Saigon e Montreal, scenari del testo, rimangono impercettibili all’interno dei loro retaggi imperiali e della loro evoluzione in metropoli attraverso i principi della modernità. Oltre alle identità, ciò che continua a svanire nella narrazione sono i luoghi stessi e i loro segni del tempo. Questo avviene perché i luoghi e i tempi temevano “l’ignoto e, ancor di più, il noto” nelle forme di conflitto statuale. Oltre a un’analisi della svolta accademica nel discorso sullo spazio, prudentemente ispirata dal movimento e dal dubbio sull’identità del luogo, vengono esplorate le tangenti di tale identità spaziale. Questo spazio “simbolico” creato assume una forma invisibile e indefinibile, mentre il senso di sé si allontana dai segni temporali e del luogo radicati nell’instabilità e nella violenza postcoloniale. Mãn di Kim Thúy, distaccandosi da un senso di appartenenza innato, esiste in spazi creati e volutamente dissociati dalle complessità temporali e storiche sia della patria sia della nazione ospitante. Tuttavia, l’identità emerge come un fenomeno che si intreccia nel tessuto dello stato e della socialità. Il presente studio esamina, dunque, gli spazi postcoloniali e la formazione dell’identità in Mãn di Kim Thúy ed offre uno sguardo sulla natura dello spazio attraverso le lenti della socializzazione spaziale, dell’identità del luogo e degli spazi transnazionali.

Parole chiave: Spazio, mobilità, identità migrante, nazionalismo quebecchese