Da Limonov a Srebrenica. Il conflitto nei Balcani attraverso la non-fiction di Marco Magini ed Emmanuel Carrère

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Pubblicato

2017-02-08

Fascicolo

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Articoli

DOI:

https://doi.org/10.13138/2037-7037/1621

Autori

  • Donato Bevilacqua

Abstract

«I riferimenti storici al massacro di Srebrenica e al relativo processo si basano su documenti e materiali processuali. I dettagli del racconto sono liberamente reinterpretati dall’autore». Con questa nota si apre Come fossi solo (Giunti 2014), romanzo d’esordio di Marco Magini (finalista al Premio Calvino 2013), che attraverso una struttura narrativa a tre voci riporta l’attenzione sul più grande genocidio europeo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. I tre personaggi narrano Srebrenica da punti di vista differenti, e il romanzo si interseca più volte con fonti storiche e documentali (talvolta precise fino alla maniacalità e talvolta troppo superficiali). Analizzare la non-fiction di Magini dai diversi punti di vista vuol dire analizzare il rapporto tra documenti e letteratura, tra fonti e narrazione. Vuol dire analizzare in che modo il valore della testimonianza altera, modifica o supporta il racconto di un fatto storico. Quella testimonianza di cui è simbolo Limonov, lo storico personaggio dell’omonima opera di Carrère (Adelphi 2011), all’interno della quale è descritto il conflitto nella ex Jugoslavia. Finzionalizzando la realtà con la non-fiction, i due autori descrivono la storia scavando nei fatti, cercando al di là di essi lo spazio del verosimile.

«Historical references to the Srebrenica carnage and its trial are based on official documents and evidences. The details of the event are freely reinterpreted by the author». Come fossi solo (Giunti 2014), Marco Magini’s first novel, starts with this sentence. The novel spotlights on the largest European genocide  since the Second World War with a narrative structure based on three different points of view, which narrate Srebrenica using both historical sources and documents (at times too accurate or too shallow). Analyzing Magini’s non-fiction means to analyze the relationship between documents and literature, sources and narrative. It also means to take into account how the value of the witness changes, modifies or sustains the report of an historical event. Carrère chooses Limonov as the symbol of that witness, the main character of his namesake novel (Adelphi 2011) which describes ex Yugoslavia’s war. Both authors describe the history digging into the events, creating a fictional reality through non-fiction, and looking for a plausible space beyond facts.