Nuvole come tappeti. Simboli e immagini della verticalità in Erri De Luca

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Pubblicato

2014-11-10

DOI:

https://doi.org/10.13138/2037-7037/1044

Autori

  • Andrea Rondini unimc

Abstract

Nell’opera dello scrittore napoletano Erri De Luca la trasformazione agisce in prima istanza a livello linguistico. Profondo conoscitore della lingua ebraica, De Luca fa spesso riferimento nelle sue pagine al sostrato etimologico di termini figure ed immagini; tuttavia questa ricerca non si risolve nel dato prettamente erudito e tecnicamente glottologico bensì converte il discorso verso una dimensione metamorfica: in tal modo le parole assumono uno statuto cangiante, si proiettano sul reale non come riduzioni referenziali ma interagiscono col mondo a partire da un’origine innovativa e straniante. Sul mondo si stende così una catena metaforica che lo apre a non scontate significazioni, spesso a partire dalla sostanza letterale: quando Dio distende una nube per proteggere gli Ebrei nel deserto, il testo propriamente dice: «stese una nuvola come un tappeto»: il tappeto, riflesso della nuvola stesa da Dio, guiderà il cammino dei profughi e sarà il segno che rimanda ad altro: «per tappeto intenderanno la Bibbia», il libro-tappeto-nuvola che guiderà la storia e le vicende di un popolo (E. De Luca, Una nuvola come tappeto).