Antonio Mollari fra Canova e Valadier / Antonio Mollari between Canova and Valadier
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/844Abstract
Non è difficile inserire Antonio Mollari in un contesto europeo. Ad Antonio Canova lo lega una prima, importantissima lettera del 4 maggio 1807 nella quale, in seguito ad un invito trasmessogli dallo scultore, ma di cui è responsabile Filippo III Colonna, enumera tutte le sue opere; la seconda risale al 25 febbraio 1809. Dalla prima missiva si riescono a stabilire numerosi contatti con Giuseppe Valadier: a Corridonia (Collegiata dei Santi Pietro, Paolo e Donato; Ospedale e Chiesa di San Salvatore) e a Macerata (Palazzo Conti già Ugolini). Tanto da giungere a considerare Mollari come il continuatore del Valadier nei cantieri marchigiani, dove la presenza del Maestro si manifesta come una sovrapposizione di motivi francesizzanti a soluzioni palladiane: componenti entrambe presenti nel Palazzo Tomassini a Corridonia, ricondotto al Maceratese. Fra l’altro le pagine di due Taccuini valadieriani, certo a lui note, si possono considerare a metà strada fra l’esercizio tipologico ed il modello.
It’s not difficult to insert Antonio Mollari into a European context. A first very important letter, dated May 4th 1807, links him to Antonio Canova whereby, after inviting him, by wish of Phillip Colonna III , he then makes a list of all his works of art; the second is dated February 25th 1809. Various contacts with Giuseppe Valadier can be established from the first letter: in Corridonia (Saints Peter, Paul and Donato Collegiate church; St. Saviour’s Hospital and Church) and in Macerata (Conti Palace ex Ugolini). So much so as to regard Mollari as Valadier’s continuator in the Marche construction sites, where the Maestro’s presence is expressed like a superimposition of Frenchified motives for Palladian solutions: both components being present in the Tomassini Palace in Corridonia, which can be traced back to Mollari. Moreover the pages of two Valdier Notebooks, which he must have known about, can be considered half way between a typological exercise and the model.
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