Renato Mancia e la Scuola Nazionale del Restauro (Milano 1935) nel dibattito contemporaneo / Renato Mancia and the Scuola Nazionale del Restauro (Milan 1935) in Contemporary Debate
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/4132Abstract
Il 14 dicembre 1935 venne inaugurata a Milano la Scuola Nazionale del Restauro, un piccolo istituto che aveva l'ambizione di essere un riferimento nazionale. Un ruolo importante nella fondazione lo ebbe Renato Mancia (1888-1985), curioso personaggio umbro di Trevi, che già era stato scultore, artista e restauratore, grande sostenitore della “pinacologia” come scienza e autore nel 1936 di uno dei primi testi italiani sull'uso della diagnostica artistica. Questo contributo indaga aspetti inediti della biografia di Mancia e contestualizza la breve storia della Scuola milanese nell’ambito italiano, caratterizzato da un confronto/scontro serrato tra chi proponeva una visione esageratamente positivista dell’uso degli strumenti scientifico-diagnostici e chi rivendicava una mediazione necessaria con gli storici dell’arte. In tutto ciò, per stabilire la credibilità degli interlocutori, fu fondamentale distinguere chi si era colluso con il florido mercato dei falsi d’arte.
On 14 December 1935, the Scuola Nazionale del Restauro was inaugurated in Milan, it was a small institute that had the ambition of being a national reference. An important role in the foundation was played by Renato Mancia (1888-1985), a curious umbrian person from Trevi, who had already been a sculptor, artist and restorer, a great supporter of “pinacology” as a science and author in 1936 of one of the first italian texts on use of artistic diagnosis. This paper investigates inhedit aspects of Mancia's biography and contextualizes the brief history of the milanese Scuola in Italy, in a time characterized by a close comparison/clash between those who proposed an exaggeratedly positivist vision of the use of scientific-diagnostic tools and those who claimed a necessary mediation with art historians. In all this, to establish the credibility of the interlocutors, it was essential to distinguish who had colluded with the thriving market of art forgeries.
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