Iñigo D’avalos D’aragona «Un cardinale di gran maneggio» nella Roma di fine Cinquecento /Iñigo D’avalos D’aragona «Un cardinale di gran maneggio» in Rome at the end of the 16th century
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/3167Abstract
Il saggio ricostruisce la personalità del cardinal Iňigo d'Avalos d'Aragona, esponente di spicco della famiglia napoletana, morto a Roma nel 1600.
Il ritrovamento dell'inventario post-mortem dei beni contenuti nella sua residenza romana, l'odierno Palazzo Fiano a piazza S. Lorenzo in Lucina, offre un prospetto delle sue scelte collezionistiche, risarcendo la fama della sua guardaroba, a partire dalla ricchissima serie degli argenti.
Scorrendo i pagamenti effettuati dall'erede Tommaso d'Avalos al fine di colmare il passivo ereditario, inoltre, si è potuta mettere in luce almeno una parte di quella rete di relazioni che l'illustre porporato aveva istituito con artigiani e artisti della Roma di fine Secolo, a partire dalle botteghe insistenti intorno S. Lorenzo in Lucina.
Particolare attenzione è data alla cappella palatina allestita dal cardinale e al ciclo cristologico dipinto da Iacopo Zucchi, le cui pale d'altare erano esposte a rotazione seguendo il calendario liturgico. Come ricorda Baglione, queste, in seguito alla morte del cardinale, furono installate provvisoriamente sugli altari della Basilica di S. Pietro. A tal proposito, un'ipotesi ricostruttiva, qui per la prima volta proposta, potrebbe lasciar intendere che la grande Resurrezione e l’Ascensione, certamente parte del ciclo di Zucchi, furono esposte sugli altari di S. Pietro già prima della morte del cardinale e per suo espresso desiderio, allorché questi si trovò ad essere nominato legato a latere di Clemente VIII, trasferitosi con la corte a Ferrara a seguito della devoluzione del Ducato (1597).
The essay reconstructs Cardinal Iňigo d'Avalos d'Aragona’s personality, one of the leading member of the Neapolitan family. The cardinal died in Rome in 1600.
The discovery of the post-mortem inventory of the possessions contained in his Roman residence, today's Palazzo Fiano in Piazza S. Lorenzo in Lucina, offers an overview of his collecting choices, redressing the reputation of his wardrobe, starting with the extremely rich series of silverware.
Scrolling through the payments made by the heir Tommaso d'Avalos in order to make up the hereditary liabilities, moreover, it was possible to bring to light at least part of the network of relations that the illustrious cardinal had established with artisans and artists in late 20th-century Rome, starting with the workshops insisting around S. Lorenzo in Lucina.
Particular attention is given to the palatine chapel set up by the cardinal and the Christological cycle painted by Iacopo Zucchi, whose altarpieces were displayed in rotation following the liturgical calendar. As Baglione recalls, these, following the cardinal's death, were temporarily installed on the altars of St. Peter's Basilica. In this regard, a reconstructive hypothesis, proposed here for the first time, might suggest that the great Resurrection and Ascension, certainly part of Zucchi's cycle, were already displayed on the altars of St. Peter's before the cardinal's death and at his express wish, when he found himself appointed legate a latere to Clement VIII, who had moved with his court to Ferrara following the devolution of the Duchy (1597).
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