L’epigrafia del Ventennio fascista a Roma tra damnatio memoriae, restauro filologico e antecedenti classici / Epigraphy of the Twenty years of Fascism in Rome: damnatio memoriae, philological restoration and classical models.
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DOI:
https://doi.org/10.13138/2039-2362/3113Abstract
Il vasto patrimonio epigrafico, sia in lingua italiana sia latina, prodotto in Italia durante il ventennio fascista costituisce un assai interessante campo di indagine in merito al rapporto con il periodo più controverso e sensibile della storia dell’Italia unita e alla sua rielaborazione pubblica, in virtù della natura intrinseca di scrittura esposta propria di ogni iscrizione. Si presenteranno qui alcuni esempi di iscrizioni di Roma risalenti all’epoca fascista, variamente sottoposte a operazioni di cancellazione, riscrittura o damnatio memoriae e, a volte, di seguente restauro e recupero testuale (non senza casi di travisazioni) per riflettere sulle diverse strategie e i diversi approcci nei confronti dei testi iscritti, anche in rapporto con casi simili tratti dalla storia e dall’epigrafia di Roma antica. Ne emerge una casistica complessa e diversificata, da cui risulta quanto sia spesso difficile la pura e semplice cancellazione dei testi, tanto in virtù del loro portato di testimonianza storica tout court, quanto in virtù della loro specifica natura epigrafica, a volte addirittura monumentale e artistica, oltre che per una carente riflessione collettiva sull’eredità fascista.
The rich epigraphic production, both in Italian and in Latin, made in Italy during the fascist period, is an interesting research field, to study one of the most controversial periods of the Italian history after the year 1860 and its public reception, thanks to the specific nature of “displayed writing” typical of any inscription. There will be presented some examples of fascist inscriptions from Rome, that have been erased, re-written, sometimes restored (not without some misunderstandings) in different ways, with different applications of damnatio memoriae. Aim of the paper is to reflect on the different strategies and approaches towards inscribed texts, also in comparison with similar cases drawn from ancient Roman history and epigraphy. The examples are extremely diverse and complex, since it’s often not easy just removing the texts, given their role as historical witnesses and their nature of monuments and artifacts, not to quote a still imperfect collective reflection about the fascist heritage.
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