Precipizio e castigo. Forme, funzioni e mitologie delle deiectiones e saxo in Roma antica

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Pubblicato

2022-04-19

Fascicolo

Sezione

Antropologie e Storie del diritto penale

DOI:

https://doi.org/10.13138/2704-7148/2993

Autori

  • Pierangelo Buongiorno

Abstract

A Roma, con l’avvento del principato, furono valorizzate pratiche di esecuzione della poena capitis di particolare brutalità. Fra queste, la precipitazione dalla rupe Tarpea, uno strumento di sanzione originariamente riservato a qualificate condotte di rottura della fides e in parte già affermatosi, con finalità politiche, nell’ultimo scorcio della repubblica. A questa valorizzazione, in epoca augustea, si intrecciò la reviviscenza del mito di Tarpea, veicolata dagli storici, poeti e dossografi legati alla corte imperiale. Vi sono dunque elementi sufficienti per porre il rilancio della deiectio e saxo in connessione con la lex Iulia maiestatis nel quadro di un primo, rudimentale declinarsi di un “diritto penale del nemico”.

In the early imperial age, some brutal punishment practices for the execution of the poena capitis were promoted in the criminal prosecution. Among these, the precipitation from the Tarpeian cliff; such an instrument of punishment was originally reserved for qualified forms of breach of fides and it was partly already used, with political aims, in the last part of the republican age. But in the Augustan age, historians, poets and doxographers linked to the imperial court brought the myth of Tarpeia to new life. There are therefore sufficient elements to place the revival of the deiectio e saxo in connection with the lex Iulia maiestatis in the framework of an initial, rudimentary development of a “criminal law of the enemy”.

Parole chiave / Keywords: Rupe Tarpea, tradimento, pena capitale, diritto arcaico, età augustea / Tarpeian rock, treason, capital punishment, archaic law, Augustan age.