Ius, paricidas, necare. Castigo e purificazione a Roma
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Edito dalle EUM - Edizioni Università di Macerata - e gestito dall'Università di Macerata, Dipartimento di Giurusprudenza, il Quaderno adotta la Licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International (CC BY-NC-ND 4.0).DOI:
https://doi.org/10.13138/2704-7148/2992Abstract
L’articola analizza una serie di termini latini relativi alla sfera della trasgressione e del castigo che hanno radici comuni con l’avestico e il sanscrito: ius, la parola più importante per i giuristi, paricidas (l’omicida), passando per l’intera famiglia di necare (uccidere), nex (morte), noxa/ noxia (colpa), noxius (colpevole). Tutti questi vocaboli e lo stesso castigare sono inquadrabili nella sfera religiosa di sanità e salvezza, di miasma e purificazione. Sia per Roma che per il mondo indo-iranico bisogna confrontarsi con la contraddizione profonda tra la grandezza di una visione religiosa che mira alla perfezione e alla giustizia e le pene brutali intrise di violenza che, espiando il miasma prodotto dalla colpa, sorreggono il mantenimento di tale visione.
The paper analyses a series of Latin terms pertaining to the domain of transgression and punishment that share a common root with Avestan and Sanskrit: ius, the most important word for jurists, paricidas (the homicide/murderer), passing through the family of necare (to kill), nex (death), noxa/ noxia (guilt), noxius (guilty). All these words can be framed in the religious sphere of sanity and salvation, of miasma and purification. Both in Rome and in the Indo-Iranian world we must address the profound contradiction between a religious vision aiming at perfection and justice and the brutal punishments necessary while atoning for the miasma produced by guilt sustain this vision.
Parole chiave / Keywords: ius, purezza, omicidio, castigo / ius, purity, homicide, punishment.