Un punto di vista alternativo? Dal diritto della paura al diritto alla paura
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Edito dalle EUM - Edizioni Università di Macerata - e gestito dall'Università di Macerata, Dipartimento di Giurusprudenza, il Quaderno adotta la Licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International (CC BY-NC-ND 4.0).DOI:
https://doi.org/10.13138/2704-7148/2224Abstract
In passato, oltre a sottolineare quanto il diritto positivo e quello giurispru- denziale siano “emotivi” – si tratta invero di un dato notorio e generalmente stigmatizzato nel dibattito tra esperti–, abbiamo argomentato che lo sono anche quando credono di essere razionali (nel senso tradizionale del termine); che la razionalità (sempre nell’accezione comune) è non sempre realizzabile; che, quando lo è, ciò non necessariamente è una cosa positiva.
Anche con specifico riferimento alla paura, ci impegneremo a dimostrare che i suoi rapporti con il diritto penale sono più ambigui di quel che sembra. L’assai celebrata razionalità di scopo penalistica – sovente invocata come antidoto alla paura – è tanto irreprensibile in astratto quanto in concreto inaf- ferrabile e si rivela, come tale, (almeno dal nostro punto di vista, insoppor- tabilmente) cangiante, a seconda delle preferenze ideologiche di chi, di caso in caso, la difende. Non giungeremo peraltro a conclusioni definitive (che, d’altronde, difficilmente potrebbero essere tratte), ritenendoci già soddisfatti se riusciremo a mettere in luce alcune insidie della posizione dominante.